mercoledì 25 gennaio 2012

Africa Popoli: Mangbetu. Congo.

Africa Popoli: Mangbetu.


"Potevo ora deliziare i miei occhi con la fantastica figura del re del quale mi era stato riferito che si cibava quotidianamente di carne umana". (G: Scheweinfurth).




I Mangbetu sono una popolazione di circa ottocentomila persone probabilmente originaria dell'attuale Sudan e da lì migrata nelle foreste del nord-est del Congo dove si è mischiata con le popolazioni  bantu e pigmee (Mbuti) che ha incontrato, stabilendo con esse legami matrimoniali.
Il termine "Mangbetu" designa in realtà solo l'aristocrazia legata al linguaggio regnante e non l'insieme della popolazione.
La base dell'alimentazione era data dalla caccia e dalla coltivazione di banane e manioca.
Per quanto i frutti della foresta maturini tutto l'anno, diversamente da altre popolazioni, i Mangbetu hanno costruito depositi dove conservano le banane, la carne e il pesce seccati o affumicati.
Nel corso del XIX secolo le istituzioni politiche Mangbetu assunsero la forma di un regno per iniziativa di Nabiembali; alla metà dell'ottocento il regno si divise in due per conseguenza dell'indebolimento seguito ai continui attacchi dei vicini Zande.
Fu la volta dei Nubiani mussulmani che intorno al 1850 coinvolsero i capi Zande e Mangbetu nel commercio dell'avorio e degli schiavi frazionando il regno in tanti sultanati.
Alla fine del secolo arrivarono gli europei (Belgi, Francesi e Inglesi) che cacciarono i mercanti di schiavi e sottomisero i Mangbetu alla propria autorità.




I vasi Mangbetu costituiscono un esempio di arte di corte con funzione politica svincolata da ogni significato religioso. la loro apparizione è contestuale all'arrivo dei belgi: venivano loro mostrati per testimoniare i fasti delle corti Mangbetu e proporsi come interlocutori politici.
La forma allungata della testa riprende le deformazioni craniche a finalità estetica delle donne, enfatizzate dall'acconciatura allungata.
La base del recipiente assume anch'essa forma figurativa divenendo il corpo della donna.
In questa forma di "arte di contatto" confluiscono due filoni, fino ad allora separati, della tradizione artistica Mangbetu: quello delle terrecotte non figurative e quello della scultura figurativa su legno; la presenza europea ha quindi portato a una domanda esterna di oggetti figurativi che ha indotto a una configurazione delle arti locali.





La pratica dell'allungamento della testa ai fini estetici si è mantenuta presso i Mangbetu fino alla metà del novecento quando fu dichiarata fuorilegge dal governo coloniale belga.
Per ottenere questo effetto, le teste dei neonati venivano fasciate con rafia e capelli dal primo giorno di vita.
La pratica dell'allungamento della testa nasce come moda aristocratica per poi diventare un ideale di bellezza comune a tutti gli strati sociali e condiviso anche da popolazioni vicine.
Nei periodi di lutto l'acconciatura viene "spezzata" e talora viene rasata la testa.




Il botanico tedesco Georg Schweinfurth passò una ventina di giorni fra i Mangbetu nel 1868.
Malgrado il suo breve soggiorno egli con i suoi disegni esercitò un'influenza durevole sull'immaginario occidentale favorendo la creazione di uno stereotipo che è servito da guida per i viaggiatori successivi: vi si esalta la nobiltà dei re Mangbetu, gli splendori della vita di corte ma anche la repulsione suscitata dal "cannibalismo".



Africa Popoli: Masai. Kenya e Tanzania.